Bayesian, «indagato il comandante dello yacht affondato»: i dubbi sui portelloni aperti, l’allerta meteo mancata, la festa

Un progettista: «Forse c’era aperto il portellone laterale del tender. Con una chiusura ermetica la barca non sarebbe affondata». 

La festa in barca, l’ancoraggio in rada, la chiglia su. Il comandante James Cutfield non si era preoccupato più di tanto del meteo perché non c’era un’allerta di burrasca. Così, almeno, l’ha spiegata lui agli inquirenti di Termini Imerese che ieri avevano voluto sentirlo per la seconda volta come persona informata sui fatti. Ieri gli inquirenti hanno chiesto a Cutfield un indirizzo al quale inviare eventuali atti giudiziari, procedura che, normalmente, precede l’avviso di garanzia. Secondo quanto risulta a «Repubblica» e alle agenzie di stampa Agi e LaPresse sarebbe già indagato per naufragio e omicidio plurimo colposi.

Ma al di là delle previsioni del tempo, il cinquantenne neozelandese James Cutfield, profondo conoscitore di grandi imbarcazioni e di Mediterraneo, ha dovuto spiegare come sia stato possibile che un veliero considerato inaffondabile sia potuto colare a picco. Perché l’idea che prevale fra gli esperti di mare è quella: anche in presenza di condizioni estreme, se fosse stato chiuso tutto l’acqua non sarebbe mai entrata e il Bayesian non si troverebbe sul fondo del mare.

Cos’era dunque rimasto aperto? O cosa si era aperto? Quale portellone, considerato che questo yacht a vela di 56 metri, fra i più grandi al mondo, si è inabissato di poppa? Su chi gravano dunque le responsabilità del naufragio costato la vita a sette persone, fra cui il tycoon britannico Mike Lynch e sua figlia Hannah, diciottenne?

Il cerchio della Procura si stringe per individuare gli indagati,anche in vista delle prossime autopsie che la Procura intende disporre sulle vittime e alle quali dovrebbero partecipare i consulenti della difese, essendo accertamenti irripetibili. Fra i destinatari degli avvisi di garanzia c’è Cutfield, probabilmente anche il suo vice e l’uomo di vedetta la notte in cui si è scatenata la potente tromba d’aria che i meteorologi chiamano «downburst», un fenomeno di raffiche di vento discendenti e orizzontali, una sorta di centrifuga.

«La mia personale interpretazione è che abbiano lasciato aperto il portellone laterale — ipotizza Franco Romani, ingegnere in pensione che aveva lavorato al progetto «Salute», il nome del Bayeisan quando uscì dai cantieri di Viareggio della Perini, anno 2008 —. Se la chiusura è totale l’acqua non può entrare. E anche in condizioni meteo molto avverse la barca rolla ma non va mai a fondo. Per questa ragione credo sia rimasto aperto il portellone laterale, dove si fanno uscire i tender. Se è andata così, quando la barca ha sbandato sono entrate tonnellate d’acqua che avranno invaso anche la sala macchine e non c’è stato più nulla da fare».

Il procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, non ha però escluso nulla: «Stiamo studiando e valutando se le responsabilità sono del comandante, dell’intero equipaggio o dei costruttori della barca».
Cartosio vuole far luce anche sulla singolare tragica circostanza che a morire siano stati solo i passeggeri e il cuoco mentre l’intero equipaggio si è salvato. Forse non è stato fatto abbastanza per gli altri? O si tratta solo di una casualità dovuta alla collocazione delle cabine di capitani, marinai e hostess più vicine alle vie di fuga?

Quanto alla mancanza di un’allerta meteo, la conferma è venuta da Raffaele Macauda, comandante della Guardia Costiera di Palermo: «Il Meteomar (dell’Aeronautica militare, ndr) di quel giorno, dalla mezzanotte del 19 agosto fino alle dodici ore successive, prevedeva nella zona isolati temporali e visibilità buona. Ciò significa che, al di là di eventi estremi, non c’erano avvisi di burrasca».

I pescatori di Porticello, dove è affondato il veliero,fanno spallucce: «Non ci saranno stati avvisi ma a mezzanotte già si capiva che stava arrivando qualcosa di brutto. Era tutto un lampeggiare, tant’è che nessuno di noi è uscito in mare». Quattro ore dopo il veliero è affondato.

 

 

 

FONTE: CORRIERE DELLA SERA

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