Indaga la Procura. Intanto Sanitaservice prende provvedimenti su due dipendenti
Si indaga per una presunta violenza sessuale che sarebbe avvenuta nei giorni scorsi ai danni di una giovane paziente psichiatrica, appena maggiorenne, nell’ospedale «Dimiccoli» di Barletta ad opera di un operatore sanitario. Questo è quanto avrebbe denunciato la ragazza venerdì 23 agosto, dopo essere stata presa in carico dai medici del Pronto soccorso dello stesso ospedale. Un racconto drammatico, affidato ai sanitari cui si era rivolta, accompagnata dalla madre, nella speranza di trovare sollievo allo stigma che la affligge e che l’aveva costretta al ricovero in Psichiatria alcuni giorni prima.
E proprio lì, nel reparto che l’aveva ospitata, sarebbe avvenuto il fatto. La formula dubitativa è d’obbligo in questa fase, anche perché la ragazza, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, oltre ad avere dichiarato di avere subito le violenze, avrebbe successivamente precisato di essere stata consenziente.
Il caso ha creato parecchio scompiglio in tutto l’ospedale e nell’intera Asl BT, impegnata, con accertamenti interni svolti in parallelo con quelli avviati dalla polizia giudiziaria sotto il coordinamento della Procura di Trani, a fare chiarezza su quanto denunciati dalla giovane. Peraltro, quest’ultima avrebbe dichiarato di avere avuto un approccio a sfondo sessuale con un dipendente della Sanitaservice, ma senza fornire elementi sulla sua identità.
Secondo un’altra versione, resa della stessa paziente, il partner occasionale potrebbe essere stato anche un altro operatore non appartenente alla società in house providing. Sta di fatto che, al momento dell’ingresso in Pronto soccorso, le dichiarazioni della ragazza hanno fatto scattare il Codice rosa, un percorso di accesso alla struttura sanitaria riservato a tutte le vittime di violenza, in particolare donne, bambini e persone discriminate. Gli inquirenti, alla luce di alcuni aspetti ancora da chiarire, hanno richiesto alla Asl i registri comprendenti tutti i turni relativi alla giornata in cui sarebbe avvenuto il fatto. Che, se consumatosi realmente, sarebbe non solo riprovevole sul piano morale, ma anche censurabile sotto ogni altro aspetto, compreso quello della responsabilità penale. Con l’aggravante che il presunto rapporto avrebbe visto protagonista consumato con una donna con problemi psichiatrici.
Tenuto conto dell’ondivago racconto della paziente riguardo al presunto responsabile dell’approccio sessuale, una volta definito dipendente di Sanitaservice e in un’altra, invece, operatore sanitario (da intendersi come strutturato nell’organico del reparto di Psichiatria), la polizia giudiziaria ha chiesto e ottenuto i registri delle presenze nel tentativo di risalire al personale in servizio nel giorno e nella fascia oraria indicata dalla ragazza come quella in cui sarebbero avvenute le vicende finite sotto i riflettori degli inquirenti.
Dagli accertamenti è emerso che due operatori di Sanitaservice prestavano effettivamente servizio proprio nel frangente temporale in cui sarebbero accaduti i fatti denunciati. Ecco perché entrambi i lavoratori, in via cautelativa, sono stati raggiunti da provvedimenti che, per ora, non consentono loro di accedere in reparto. Su decisione dei vertici di Sanitaservice, uno dei dipendenti che stava beneficiando delle ferie se l’è viste prolungare, mentre il secondo è stato spedito in un’altra struttura sanitaria non ospedaliera, priva di degenze.
Uno dei due era risultato in servizio nella Psichiatria dalle 7 alle 14, mentre l’altro aveva svolto il turno 14-21. Entrambi, che non sarebbero indagati, dovranno ora presentare una dettagliata relazione, soffermandosi, ovviamente, su quanto accaduto venerdì 23 agosto nella stanza della ragazza che ora è stata riaffidata alle cure dei suoi cari.
FONTE: CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
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