Barletta, appalti in cambio di percorsi benessere e soldi: nove arresti. Tra loro imprenditori e pubblici ufficiali

Le indagini sono iniziate da una ipotesi di frode processuale nell’ambito dell’incidente probatorio sulla discarica Cobema di Canosa di Puglia eseguito nel marzo di due anni fa

di Carlo Testa
Nove persone sono state arrestate e un’altra è stata raggiunta da un obbligo di dimora nell’ambito di una inchiesta condotta dai militari della guardia di finanza del comando provinciale di Barletta e relativa al contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione e la fede pubblica. Degli arrestati, quattro sono in carcere e cinque agli arresti domiciliari. I reati contestati sono corruzione e turbata libertà degli incanti. Secondo quanto accertato dai finanzieri, coordinati dalla procura di Trani, gli indagati sono pubblici ufficiali, professionisti e imprenditori residenti nelle province di Barletta-Andria-Trani, Bari e Salerno, alcuni dei quali sono stati raggiunti da misure interdittive. Beni per oltre un milione di euro, tra cui un’azienda, sono stati sequestrati.  Ci sono anche due dirigenti di altrettanti Comuni capoluogo del nord Barese, oltre che della Provincia Barletta-Andria-Trani, tra le persone arrestate. Tra gli arrestati anche un ingegnere.
Per tutti le accuse, a vario titolo, sono corruzione e turbata libertà degli incanti.

«Qui ci siamo trovati di fronte a una corruzione di funzione, cioè tu asservi la tua stessa funzione a un soggetto terzo e ricevi periodicamente delle utilità qualcuno parla di remunerazioni certificate, di libro paga – ha detto il procuratore capo di Trani, Renato Nitti, nel corso di una conferenza stampa sull’indagine della Guardia di finanza denominata Mercimonio, che ha svelato un meccanismo corruttivo secondo il quale alcuni dirigenti della Provincia Barletta-Andria-Trani avrebbero affidato commesse a professionisti e appalti a imprenditori in cambio, tra l’altro, di denaro e percorsi benessere.
«I capi di imputazione sono 31- ha specificato Nitti – e riguardano reati contro la pubblica amministrazione». Gli investigatori hanno accertato un «meccanismo oleato, collaudato che ha svilito la funzione pubblica in modo trasversale», ha aggiunto il comandante provinciale della Gdf Bat, il colonnello Pierluca Cassano.
Le indagini sono iniziate da una ipotesi di frode processuale nell’ambito dell’incidente probatorio sulla discarica Cobema di Canosa di Puglia eseguito nel marzo di due anni fa. All’epoca fu seguito il sequestro probatorio di documentazione e della discarica nell’ambito di una indagine su un presunto inquinamento ambientale causato negli anni nel territorio di Canosa di Puglia e Minervino Murge dal sito di raccolta rifiuti.
«La discarica è stata oggetto di cinque infrazioni comunitarie», ha dichiarato il sostituto procuratore Ubaldo Leo, che ha coordinato le indagini con i colleghi Francesco Aiello e Francesco Tosto. Leo ha evidenziato «le anomalie nella gestione post chiusura». Nello specifico, il dirigente provinciale, nonché presidente del Comitato tecnico provinciale per le materie ambientali, avrebbe affidato «i lavori di caratterizzazione alla società di un ingegnere, componente dello stesso comitato provinciale e che redige il piano di caratterizzazione su cui dà il parere. Una attività divisa in due parti, una assegnata nel 2017 e l’altra nel 2019, per stare sotto soglia e affidare in modo diretto l’appalto».

C’è però una terza società coinvolta che risulta intestata alla moglie del dirigente provinciale che ora è ai domiciliari, che avrebbe fatturato «per consulenze mai svolte e per cui sono stati pagati 25mila euro». Le «macro aree» in cui avrebbero operato gli indagati «sono quelle di stretta competenza provinciale, quindi edilizia scolastica, manutenzione del verde e delle strade, rifiuti e cessione di beni comunali», ha reso noto il magistrato Francesco Tosto secondo cui «gli affidamenti diretti, che non garantiscono concorrenza e trasparenza, possono sembrare legittimi ma la loro origine ovvero l’accordo corruttivo alla base, è emersa dalle intercettazioni».
FONTE: CORRIERE DL MEZZOGIORNO

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