Nessun commento. L’ex sindaco di Bari e parlamentare europeo Antonio Decaro, non ha nulla da dire sull’assegno di fine mandato di 35 mila euro che gli sarà riconosciuto dal Consiglio comunale il prossimo martedì 30 luglio. L’ex numero uno dell’Anci si tiene fuori da una polemica che nei fatti gli è piovuta addosso dopo la campagna di Pd, Cgil e Confindustria contro il reinserimento del Tfm per i consiglieri regionali.
De Santis: «Antonio quei soldi li aveva accantonati»
«Le posizioni non sono sovrapponibili» spiega il segretario regionale dem Domenico De Santis. «Il tfr dei sindaci – spiega De Santis – è disciplinato dall’articolo 82 del Testo unico sugli enti locali. Ai sindaci e ai presidenti di Provincia viene accantonata una quota annuale dalle indennità mensili, che va ad accumularsi alla fine del mandato, esattamente come avviene per gli altri lavoratori dipendenti. A tutti gli effetti è un trattamento di fine rapporto di lavoro». E chiarisce ancora: «I sindaci non possono decidere in autonomia di non accantonarlo perché l’ente provvede in automatico secondo norma di legge – continua – è una fattispecie totalmente diversa dal trattamento di fine mandato che alcuni consiglieri regionali volevano introdurre. In Regione il costo era totalmente a carico delle casse regionali, in più erano gli stessi consiglieri a decidere la spesa e l’introito, mentre per i sindaci e i presidenti di provincia è stato il Parlamento a decidere molti anni fa di introdurlo».
Perrini: «A Decaro 35 mila euro ma qui nessuno d’indigna»
Dall’opposizione, però, si dicono tutt’altro che convinti delle parole del segretario regionale del Pd. Renato Perrini, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, attacca: «È da stamattina che mi faccio questa domanda: ma perché se li prende Decaro nel Pd nessuno si indigna, nessuno grida allo scandalo, nessuno minaccia di dimettersi e di mandare tutti a casa? Forse Decaro sta più simpatico e i consiglieri regionali sono sporchi, brutti e cattivi? Fratelli d’Italia ha dichiarato di essere contrario alla reintroduzione del Tfm. Il Consiglio regionale decise di cancellare quello che è un diritto, non un privilegio, e che la stragrande maggioranza dei consiglieri regionali italiani percepisce, ma siamo consapevoli che la reintroduzione, specie in un momento di difficoltà economica del Paese, viene percepita come un inaccettabile privilegio». Perrini incalza: «Se la percezione è che sia un ingiusto privilegio, non dovrebbe essere tale anche se lo prendono Decaro o Elly Schlein? E loro due sapendo che lo percepiscono dall’alto di quale pulpito hanno minacciato i loro consiglieri regionali pugliesi di cacciarli addirittura dal partito se lo avessero votato? Il presidente Michele Emiliano e il segretario regionale del Pd Domenico De Santis ritengono che sia giusto che il loro amico di partito, il Pd appunto, lo prenda e i consiglieri regionali no?». «Siamo di fronte alla più grande ipocrisia di un partito doppiopesista – conclude Perrini – che fa sermoni pubblici, minaccia espulsioni e dimissioni se lo fanno i consiglieri regionali, ma poi gli stessi continuano in altre Istituzioni a percepirlo… Almeno il pudore di tacere!».
Martedì battaglia in Consiglio comunale
Intanto, le opposizioni annunciano battaglia in Consiglio comunale quando martedì prossimo saranno chiesti agli esponenti di maggioranza chiarimenti anche sul perché si sia resa necessaria la giunta di scopo.
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