Nuova misura del governo indonesiano a sostegno dell’economia in crisi per il blocco del turismo. L’indice di poverà è salito al 10,9%. Intanto a Jakarta è iniziato il piano di vaccinazioni di massa con priorità ad anziani e religiosi, ma c’è preoccupazione per i tempi necessari per raggiungere le isole più lontane.
di Mathias Haryiadi
Jakarta (AsiaNews) – In Indonesia ricorre oggi un anno dall’inizio della pandemia nell’arcipelago. Era infatti il 2 marzo 2020 quando Sita Tyasutami e sua madre Maria Darmaningsih – due donne di Depok nel distretto di Bogor – balzarono improvvisamente all’attenzione delle cronache perché positive al Covid-19. “Ci inquieta non avere informazioni precise su quando verremo vaccinate”, raccontano a un anno di distanza.
Attualmente i dati complessivi sull’Indonesia registrano 1.341.314 casi di contagio con 36.325 morti e 1.151.915 guariti. Per far fronte all’emergenza il ministero delle finanze ha stanziato 579,78 mila miliardi di rupie indonesiane (circa 40 miliardi di dollari), in gran parte utilizzati come stimolo per le attività economiche e iniziative di protezione sociale. Per gli interventi sanitari sono stati spesi 63,51 mila miliardi di rupie. “Restano ancora 50,9 mila miliardi di rupie da essere utilizzati nel 2021, di cui 47,07 per il reperimento dei vaccini e 3,87 per il sostegno alle piccole imprese”, ha spiegato il ministro delle Finanze Sri Mulyani.
In questa direzione ieri è arrivata a sorpresa anche la decisione di cancellare il pagamento dell’Iva per chi compra una casa o un’auto per la famiglia nel periodo che va da marzo a maggio 2021. Tra i settori economici maggiormente colpiti dagli effetti della pandemia c’è l’industria del turismo, quella dell’intrattenimento, i pubblici esercizi e i trasporti. Parlando con AsiaNews Herman – il proprietario di un ristorante e un caffè a Bali – ha raccontato come la sua vita sia completamente cambiata in questi mesi. “Per anni la principale clientela erano stati i turisti stranieri: da marzo 2020 le mie attività sono chiuse”, racconta. Le autorità indonesiane sostengono di aver evitato la chiusura di almeno 5 mila imprese. Ma secondo l’Indonesian Statistic Bureau Agency (BPS) l’indice di povertà è salito al 10,19%, con una crescita dello 0.97%; un dato che è, però, inferiore all’11,8% che era stato previsto nelle stime della Banca Mondiale.
La scorsa settimana, intanto, è cominciata la campagna di vaccinazione di massa, per il momento solo a Jakarta. La priorità è stata data alle comunità religiose e alle persone anziane. Centinaia di religiosi si sono radunati nella piazza dell’Istiqlal Grand Mosque per ricevere la prima dose. Un servizio pubblico di vaccinazione era stato allestito per i negozianti e altre persone presso il Tanah Abang Market, il più grande outlet tessile del sud-est asiatico; dopo ore di code e lamentele per gli assembramenti l’iniziativa è stata, però, fermata. Altri spazi pubblici di vaccinazione sono stati aperti in altre zone della metropoli, che conta almeno 13 milioni di abitanti.
La vera sfida resta raggiungere le aree più periferiche del Paese, in un arcipelago fatto di migliaia di isole e grandi estensioni. C’è preoccupazione per i tempi: secondo alcune stime al ritmo attuale potrebbero volerci oltre cinque anni. E questo proprio mentre in Indonesia cresce l’allerta per le nuove varianti del Covid-19: due nuovi casi di quella inglese sono stati accertati ieri sera e non è ancora chiara la catena del contagio.
fonte: AsiaNews
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