Il tour ‘Le strade del cuore’ del gruppo Gvm Care & Research ha fatto tappa in Vaticano grazie alla collaborazione con l’Elemosineria Apostolica. Effettuate visite cardiovascolari ma anche consulti di medicina generale ad ampio spettro “per chi non ha la possibilità di un ‘normale’ accesso alle cure”
Di Michela Coluzzi
ROMA – L’iniziativa itinerante dedicata alla salute cardiovascolare ‘Le strade del cuore‘, dopo il successo dei tre giorni in piazza del Risorgimento, è arrivata in piazza San Pietro con una tappa speciale resa possibile grazie alla collaborazione con l’Elemosineria Apostolica, l’Ufficio della Santa Sede che esercita la carità verso i poveri a nome del Sommo Pontefice. I medici di Gvm Care & Research, a bordo dell’Advanced Mobile Clinic, hanno effettuato per tutta la giornata di oggi consulti dedicati esclusivamente ai più bisognosi. Per questa tappa speciale, i team di cardiologi dell’ospedale San Carlo di Nancy e Tiberia Hospital di Roma, insieme a un team multidisciplinare, hanno previsto non solo visite cardiovascolari ma anche consulti di medicina generale ad ampio spettro.
A spiegare all’agenzia di stampa Dire quanto sia importante fare prevenzione cardiovascolare è il professore Giuseppe Speziale, vicepresidente e coordinatore delle Cardiochirurgie di Gvm Care & Research: “Il Covid ha ‘spezzato’ il concetto della prevenzione, che è la chiave per combattere tutte le malattie e in particolar modo quelle cardiovascolari che sono prevenibili e nonostante ciò costituiscono ancora oggi la maggior parte delle cause di morte in Italia. Per questo, ribadisco, è fondamentale tornare a fare prevenzione. Noi siamo un gruppo ospedaliero presente in molte regioni d’Italia e abbiamo messo in campo questo tour nelle piazze offrendo dei controlli gratuiti per contribuire a riavvicinare le persone agli screening. Un controllo su due oggi manca all’appello, quindi è chiaro che si sia perso tantissimo. Si tratta di una corsa contro il tempo e soprattutto nelle malattie di cuore vince chi fa prima”.
La salute è un diritto di tutti, per questo il Gruppo ospedaliero, con sedi in tutta Italia, ha voluto fortemente questo appuntamento nato anche in collaborazione con l’Elemosineria Apostolica. “Le persone più bisognose generalmente non hanno possibilità di un ‘normale’ accesso alle cure. Sono quelle che vogliamo incontrare con questa iniziativa – sottolinea il professore Speziale – Questa giornata è stata pensata anche su impulso della Santa Sede, nella figura del Santo Padre, che ringraziamo per averci permesso di essere qui con il nostro ambulatorio mobile per servire i poveri”.
Sulla possibilità di seguire nel tempo questi pazienti, e soprattutto se si pensa già ad una seconda edizione il prossimo anno, Speziale è ottimista: “Speriamo di tornare nuovamente in questa piazza il prossimo anno, ma questi screening servono a intercettare cosa è necessario fare anche nell’immediato per questi pazienti. Gvm poi è presente nella città di Roma con cinque ospedali per cui tutte le persone che avranno necessità verranno accolte a braccia aperte nelle nostre strutture“.
La dottoressa Veronica Ojetti, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Interna e Pronto Soccorso, Ospedale San Carlo Nancy di Roma, sottolinea come le malattie cardiovascolari siano un’altra vera emergenza sanitaria. “Come sappiamo, le patologie cardiovascolari come l’infarto e l’ictus sono la prima causa di morte nel nostro Paese quindi è molto importante fare prevenzione. Va detto che ci sono fattori di rischio non modificabili come l’età, il sesso maschile e la razza non caucasica, ed altri fattori di rischio modificabili. Su questi dobbiamo agire ed è da qui che nasce l’importanza di fare prevenzione”.
L’esperta spiega anche come agiscono nel dettaglio i team al lavoro: “La prima cosa da fare è valutare il rischio dell’ipertensione e quindi, ai pazienti che aderiscono all’iniziativa, misuriamo la pressione arteriosa. Un altro fattore di rischio è l’ipercolesterolemia e infatti il paziente viene sottoposto alla misurazione del colesterolo e dei trigliceridi. L’altro fattore di rischio da calcolare è il diabete e nella clinica mobile al paziente viene misurata la glicemia. Già partendo dal risultato di questi tre fattori il medico è in grado di sapere qual è il rischio e di conseguenza aiutare il paziente, in questo caso bisognoso, che spesso non ha un medico di base e ha difficoltà ad acquistare i farmaci. Per questo la nostra equipe multidisciplinare, rilevati tali parametri, prescrive i farmaci e consiglia durante il colloquio una alimentazione adeguata. Sappiamo infatti che la dieta mediterranea è importante nella prevenzione del rischio cardiovascolare e consiste nell’assunzione di frutta, verdura e carboidrati. La nostra iniziativa deve aiutare questi pazienti a capire che i fattori di rischio possono essere modificabili e di conseguenza abbassare la possibilità di ammalarsi”.
Quante diagnosi sono andate perse a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19 e cosa aspettarci nel prossimo futuro? “Solo nei prossimi anni capiremo la portata di tutto questo – aggiunge Ojetti -, è mancato il monitoraggio di parametri come la pressione arteriosa, il diabete e il colesterolo. Un altro grande problema è stata la sedentarietà perché la camminata è già prevenzione. La pandemia indirettamente ha portato ad un aumento di peso i molti casi e non sono infrequenti casi di sovrappeso e obesità anche nei bambini. Il bambino sarà l’adulto del futuro. Oggi dobbiamo lavorare a colmare il gap dovuto alla pandemia”, conclude Ojetti.
fonte: Agenzia DiRE
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