In Italia ci sono stati “fin troppi episodi di sangue che hanno ferito una giovane Repubblica, che si è trovata a fare i conti con il terrorismo politico; con le stragi, talvolta compiute con la complicità di uomini da cui lo Stato e i cittadini avrebbero dovuto ricevere difesa; con la violenza politica, tra giovani di opposte fazioni che respiravano l’aria avvelenata di scontro ideologico”. Queste le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quest’oggi, in occasione del Giorno del ricordo delle vittime del terrorismo.
Poco si è parlato del dolore e del sacrificio, dei “servitori” di una nazione, di tutti coloro che volevano dire “NO” a tutto questo. Una lunga scia di sangue che attraversa 40 anni della nostra storia.
Si parla tanto dei terroristi, queste persone hanno potuto esprimere il loro pensiero, le loro idee, ma la vera storia italiana dovrebbe solo essere sottolineata dal sacrificio delle persone morte a causa del terrorismo. Circa 400 sono le vittime del terrorismo interno, più quelle del terrorismo internazionale, tanti appartenenti alle Forze dell’ordine, magistrati, personaggi politici, giornalisti, e comuni cittadini, morti a causa della follia di feroci assassini.
Basti ricordare la voce, che oramai è la storia, scandita dalle parole di Valerio Morucci, brigadista, che con una telefonata effettuata il 9 maggio 1978, scandendo per ben due volte “Via Morucci”, metteva fine al sequestro di 55 giorni del presidente della DC Aldo Moro, assassinato dalle Brigate Rosse.
Centro di Roma, una Renault rossa, l’epilogo della lunga prigionia, quello che ne rimane e che porta solo silenzio, il silenzio del vero e proprio protagonista della storia, dato che la morte ha portato con sé le idee, i pensieri, i dolori, tutto il necessario per poter sottolineare la vera storia che ha ferito la nostra giovane Repubblica, un qualcosa che può solo rimanere nel mistero, nell’ombra.
Sono gli anni 70 e l’Italia viene insanguinata, piangendo le morti di due personalità importanti che segneranno le sorti della storia contemporanea. 9 maggio 1978, furono trovati privi di vita i corpi di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana in via Caetani (Roma) e Peppino Impastato, giornalista e attivista antimafia, a Cinisi (Palermo).
Due grandi personalità che ancora oggi ricordiamo, 9 maggio, Giornata della Memoria delle vittime del terrorismo, l’impegno per non dimenticare quanto accaduto non deve mai esaurirsi, ci basta solo illuminare tutte le pagine, che purtroppo rimangono ancora oscure e che attendono di essere conosciute pienamente da tutti.
Savio Rociola
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